Il Blog del Fiume Volturno

Blog dedicato a chi desidera contribuire alla salvaguardia ambientale del più grande fiume del Sud Italia

sabato 21 novembre 2009

Capua - Il pasticciaccio brutto del canone di depurazione delle acque reflue

Molti cittadini di Capua non stanno pagando il canone per le acque reflue alla concessionaria del servizio pubblico di acquedotto della città “Ing. Antonio Fiore & C.” A lagnarsene è la stessa azienda, che da mesi si è attivata per tentare di recuperare comunque il canone.
I cittadini capuani che non pagano il canone fondano le proprie ragioni sulla sentenza della Corte Costituzionale 335 del 10 ottobre 2008, che ha stabilito la natura meramente tariffaria del canone di depurazione delle acque reflue, dichiarando incostituzionale quanto previsto dall’articolo 175, comma 1, lettera u), del decreto legislativo 152 del 3 aprile 2006, (Norme in materia ambientale): la norma cassata prevedeva il pagamento del canone anche se il servizio di depurazione fosse stato mancante o temporaneamente non funzionante.
Pertanto la tariffa di depurazione, secondo la Suprema Corte, va corrisposta dal cittadino solo se il servizio di depurazione funzioni realmente.

Più di recente il Parlamento, con l’articolo 8-sexies della legge 13 del 27 febbraio 2009, di conversione del decreto legge 30 dicembre 2008, numero 208, recante “misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell'ambiente” è riuscito a far rientrare dalla finestra quanto la Corte Costituzionale aveva messo fuori dalla porta.
Infatti, se la sentenza 335/2008 imponeva lo stop a nuovi pagamenti ed implicitamente la restituzione agli utenti non serviti dal depuratore della quota indebitamente pagata, l’articolo 8-sexies prevede invece che la tariffa di depurazione sia dovuta anche “nei casi in cui manchino gli impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi, a decorrere dall'avvio delle procedure di affidamento delle prestazioni di progettazione o di completamento delle opere necessarie alla attivazione del servizio di depurazione”.

In attuazione della sentenza della Corte Costituzionale la nuova norma ha previsto che i gestori possono provvedere ai rimborsi “anche in forma rateizzata, entro il termine massimo di cinque anni, a decorrere dal 1° ottobre 2009”.

Qualora però il gestore si adoperi nel frattempo per attivare il servizio di depurazione, “dall'importo da restituire vanno dedotti gli oneri derivati dalle attività di progettazione, di realizzazione o di completamento avviate”.
In sintesi: chi paga difficilmente riuscirà a rivedere i propri soldi, chi non paga potrebbe tentare di dimostrare che la nuova disposizione è anticostituzionale quanto quelle precedentemente cassate dalla Corte Costituzionale.
Il caso di Capua è paradigmatico della realtà Italiana: molte fogne sfociano ancora direttamente a fiume, ecco quella proveniente da Largo Eboli.

Il risultato è evidente: la nuova leggina, imposta per decreto dal governo Berlusconi, da la possibilità ai soggetti gestori del servizio idrico integrato di incassare il canone di depurazione anche solo in presenza dei progetti di allaccio al depuratore.
Questi tubi monchi lasciati a marcire alle intemperie sono parte di un'opera sicuramente progettata, ma della quale non si sa neppure quando ricominceranno i lavori: si tratta del completamento dell’impianto di sollevamento di Largo Eboli, necessario per mandare l’acqua della fogna del centro storico di Capua verso il depuratore di Marcianise.

Naturalmente in centro città vi sono ancora fogne che sversano nel povero Volturno, ecco quella posta sotto via Conte Landone, a pochi passi dall’Ufficio dell’Acquedotto.


L'acqua di alcune fogne però è stata convogliate effettivamente verso il depuratore: questa chiavica è quella di Porta Roma lato Appia, risulta chiaramente asciutta.

Questa altra chiavica si trova a Via Giardini: è in asciutta da pochi mesi, fino alla scorsa estate da qui i reflui finivano nel Volturno.


In questa foto sotto, la tubazione di diametro più grande è il condotto fognario che sposta le acque reflue dalla periferia Nord di Capua verso il collettore che recapita nell'impianto di Marcianise.

Peccato che proprio alla fine di via Giardini vi sia questa imponente chiavica che scarica ancora nel Volturno, segno che solo parte del lavoro è stato realizzato.





A Capua, a rigore della sentenza della Corte Costituzionale, vi sono cittadini che dovrebbero pagare il canone di depurazione, ed altri che non dovrebbero pagarlo. Ma la leggina ha addossato a tutti l'onere di versarlo.

In tempi di privatizzazione delle gestioni dei servizi idrici, è bello sfogliare il carteggio tra la ditta Fiore e la Hydrogest Campania Spa, che gestisce il depuratore di Marcianise.

Il buon ingegner Antonio Fiore in data 9 settembre 2009 chiede alla Hydrogest “il rilascio di un’attestazione formale e solenne dalla quale risulti se la rete fognaria di Capua è collegata o meno ad un impianto di depurazione, a quale, da quale data e se l’impianto è regolarmente funzionante”.


Il 21 settembre 2009 risponde a mezzo fax l’ingegnere Gaetano de Bari, amministratore delegato della Hydrogest:” Vi comunichiamo che le fognature del comune di Capua fanno capo al comprensorio di Marcianise. Per la depurazione dei liquami si avvalgono dell’impianto di depurazione di Marcianise, realizzato negli anni ’80 dalla Cassa per il Mezzogiorno. L’impianto succitato è funzionante dalla metà degli anni ’80 e non ha mai subito interruzioni di funzionamento”.


Nelle due lettere i responsabili del servizio idrico, Fiore, titolare del solo dispacciamento dell’acqua potabile, il quale incassa anche i canoni di depurazione che deve poi stornare, ed il de Bari della Hydrogest, che verosimilmente li incasserà, non fanno cenno all’articolo 8- sexies della legge 13 del 27 febbraio 2009. Apparentemente tale atteggiamento è inspiegabile: sanno bene che la norma è in vigore da mesi, ma ovviamente preferiscono fare finta che tutta la rete fognaria della città di Capua sia allacciata regolarmente al depuratore. Per evitare di spiegare ai cittadini che chi dovesse pagare il canone di depurazione rimarrebbe incastrato nei cavilli della nuova legge: tanto, per le zone non ancora servite c’è già bello e pronto il progetto di allaccio al depuratore.
Sullo sfondo di questa vicenda restano le autorità che dovrebbero vigilare e che invece latitano: il Comune di Capua, titolare del servizio di fognatura e l’Autorità d’Ambito del servizio idrico integrato di Caserta, appena nata e che dovrà espletare la gara per il servizio idrico integrato, la Regione Campania, titolare dei poteri che furono della ex Cassa per il Mezzogiorno per il disinquinamento del Golfo di Napoli e che ha affidato con project financing la gestione dei depuratori dell'asta valliva dei Regi Lagni alla Hydrogest.