Il Blog del Fiume Volturno

Blog dedicato a chi desidera contribuire alla salvaguardia ambientale del più grande fiume del Sud Italia

domenica 4 gennaio 2009

Prima piena dell'anno, prima piena senza lei

Oggi ho rivisto il Volturno a Capua, frettolosamente. Prima piena dell'anno: poco sotto i 5 metri sopra lo zero idrometrico di Ponte Romano: acqua veloce, color della creta, tempo rimesso al bello dopo le piogge intense dei giorni scorsi.
E' una piena di gennaio, ed è la prima piena del Volturno della mia vita senza mia madre. In questi giorni, tra i tantissimi ricordi che mi si sono affollati nella mente, non pochi legano la figura di mia madre, Rosa, al fiume.








Era ansiosa, non amava molto il fiume mia madre e soprattutto lo temeva. Ma mi ha dato buoni consigli per viverlo, e forse, senza volerlo, mi ha insegnato ad amarlo. Fece di tutto per dissuadermi dal frequentarlo, quasi fosse una brutta compagnia, invece comprai la mia prima canna da pesca. "Ci devi andare sempre accompagnato, mai da solo!" E provò a mandarmi a fiume con mio padre. Non funzionò. Papà col fiume non ha mai legato, si annoiava, di nodi sulla lenza non ne voleva sapere, capii presto che avrei fatto di testa mia. A 12 anni iniziai a pescare di nascosto: cosa c'era di meglio del fare una cosa proibita? A 16 anni, visto che proprio insistevo, arrivò la firma di mio padre per la mia prima licenza di pesca. Mia madre da quel momento non ha mai smesso di consigliarmi:"Attento, stai sempre molto attento a dove metti i piedi!" Consiglio solo apparentemente banale, le sponde del Volturno soffrono di fenomeni di collasso, dovuti alla fusione di sabbie, che sotto un'apparenza di stabilità, sono consumate dal lavoro sotterraneo dell'acqua. Prima di mettere un piede, specie se non c'è vegetazione intorno, meglio allungare un bastone o il calcio della canna, giusto per sondare sotto quanto sia solido.



Altro consiglio immancabile:"Tieniti sempre sotto gli alberi". Una sorta di norma di sicurezza vera e propria per il lavoro di sponda: se la riva è a picco, dove ci sono salici e ontani si è più sicuri. In più di un'occasione mi sono rialzato dalle acque del fiume giocando di braccia con quegli archi flessibili e generosi che sono i rami dei salici. E ho sicuramente evitato di beccarmi qualche brutta insolazione d'estate, potendo godere della loro ombra.
Allo scoperto ho frequentato solo ghiareti e spiagge ben solide, mai versanti a picco o in frana privi di vegetazione arborea.

Altre raccomandazioni:"Se piove o vedi che fa buio, lascia perdere, chiudi tutto e torna a casa". Ho sempre fatto così, al punto che non sono mai stato un pescatore di anguille, che tipicamente si adescano dopo il tramonto. E raramente mi sono bagnato sotto la pioggia per continuare a pescare.
Tutti questi consigli erano il distillato di quanto mia madre sapeva del fiume, e lo aveva appreso sicuramente in famiglia. A casa sua, nonno Guglielmo, papà di mamma Rosa, aveva un gran da fare a rimproverare il fratello Michele, mio prozio, che puntualmente tornava a notte fonda dalla pesca all'anguilla. Pare che mio nonno non fosse molto d'accordo con suo fratello, per questa passione piscatoria coltivata al buio, e lungo sponde che potevano essere molto pericolose. Nonno Guglielmo e zio Michele non li ho mai conosciuti di persona, ma tramite mamma la loro esperienza del fiume è giunta sino a me.
Quando tornavo dal fiume senza aver beccato nulla, ma con il racconto di qualche tocca, mamma mi guardava sconsolata e divertita dicendo:"Sembri proprio zio Michele..."


Racconto questa storia familiare per due motivi. Intanto, è dedicata a tutte le madri preoccupate di giovani e giovanissimi che tra qualche settimana ricominceranno ad oliare i mulinelli e a preparare le lenze delle proprie canne da pesca. Inoltre, è la dimostrazione che un fiume lega sul suo proprio territorio più generazioni di uomini, mediante l'esperienza trasmessa, ieri oralmente, oggi con l'aiuto della rete...

14 Commenti:

Alle 5 gennaio 2009 alle ore 14:25 , Blogger Dea76 ha detto...

...bello il tuo racconto, grazie... meraviglioso il rapporto tuo e di Paola con mamma Rosa... leggendo questo tuo post e quello che papà Pompeo ha scritto sul blog di Paola mi dispiace ancora di più il non esser potuta venire ad Ischia lo scorso anno per abbracciarVi live...
Un abbraccio a te e tua moglie da Bergamo :-)
Clara

 
Alle 5 gennaio 2009 alle ore 14:52 , Blogger Mimmo Pelagalli ha detto...

Cara Clara,

Ti ringrazio per tutto...
Mimmo

 
Alle 6 gennaio 2009 alle ore 15:32 , Blogger Daniela ha detto...

Ciao Mimmo,

è bello questo tuo racconto, parallelo a quello di Paola e a quello di vostro padre. Un ricordo a tre voci di una persona tanto amata.
Io i tuoi li ho conosciuti a Ischia... ma tu quando vieni a trovare la sorellina per farti conoscere di persona?

 
Alle 6 gennaio 2009 alle ore 18:07 , Blogger Mimmo Pelagalli ha detto...

Cara Daniela,

Onstamente non so quando salirò a Milano di nuovo. L'ultima volta è stato a maggio, e mancavo da molti anni...Grazie per tutto.
Mimmo

 
Alle 7 gennaio 2009 alle ore 09:16 , Blogger Paoletta ha detto...

Fratone, su! Non fare il difficile!! Vieni, vieni al nord! Che a te il freddo piace e ci sono pure un sacco di fiumi!!

 
Alle 7 gennaio 2009 alle ore 13:29 , Blogger ❤ Bida ❤ ha detto...

Mi permetto di lasciare anche qui un abbraccio caloroso e affettuoso a te, Mimmo.
Il tuo ricordo qui raccontato in modo tanto particolare, è molto bello!
Spero anch'io come detto da Clara e dalla mia omonima Daniela di poterti incontrare presto nella ns cara terra bergamasca.
I fiumi bergamaschi sanno essere generosi....
Ti aspettiamo!

 
Alle 7 gennaio 2009 alle ore 14:26 , Blogger Dea76 ha detto...

Ehi Mimmo...DanielaBida ha ragione e poi visto il tuo Amore per i fiumi penso non dovresti perderti l'apertura delle cascate del Fiume Serio... dall'anno scorso lo fanno anche di notte...dicono che siano spettacolari...se non ricordo male sono le più alte d'Europa...io le ho viste da piccola...e vorrei ripetere l'esperienza alla prox riapertura...spero di averti invogliato un po'...se ti va fammi sapere, ok?

 
Alle 7 gennaio 2009 alle ore 15:22 , Blogger Mimmo Pelagalli ha detto...

Cascate del Serio...fiume Serio, ottimo da trote...in alta e media valle...vediamo se mi riesce per la prima domenica di marzo, sempre che non si apra la pesca sull'ultima di quel mese...mi informo sui regolamenti, mi procuro qualche permesso extra, e facciamo una bella passeggiata.

 
Alle 8 gennaio 2009 alle ore 11:53 , Blogger Dea76 ha detto...

sìììì :-)!!! Mimmo io non credo che a Marzo aprano le cascate ma se non potremo vederle per consolarci propongo una scorpacciata di casonsei :-)!!!!

 
Alle 8 gennaio 2009 alle ore 15:35 , Blogger Nicola Scalera ha detto...

Caro Mimmo,
di Link in Link ho scoperto il tuo Blog. Grazie dei tuoi racconti ... ti lascio un saluto e anche l'indirizzo del mio blog ... http://nicolascalera.blogspot.com

 
Alle 9 gennaio 2009 alle ore 08:39 , Blogger Mimmo Pelagalli ha detto...

Casonsei? Si mangiano dunque: sono dolci o salati? :)

 
Alle 9 gennaio 2009 alle ore 17:04 , Blogger Dea76 ha detto...

I casonsei sono dei ravioli fatti a mano con ripieno di carne e pasta di salame nostrano(io non li so fare ma prendo quelli nostrani fatti da una signora)...e si condiscono con burro, salvia e pasta di salame (che noi indigeni chiamiamo pié dé salam = pieno di salame).
...Mimmo per favore dimmi che non sei vegetariano ma onnivoro come la tua bella sorellina!?!?!
:-) Clara

 
Alle 9 gennaio 2009 alle ore 18:08 , Blogger Mimmo Pelagalli ha detto...

Cara Clara,

Mangio di tutto, mi pongo solo qualche limitazione sui dolci, quelli troppo zuccherosi, per il resto...mangio anche la trippa, purchè fatta al ragù, e gli "abudarielli": intestini di agnelli lattanti riempiti di carne e salsiccia nostrana. Una volta ho anche mangiato un grosso insetto, ma per errore: ero seduto dietro al motorino di un mio amico che correva troppo, aveva fretta come me di andare a pesca, ma le buche della sterrata mi facevano ballare troppo:"Antonio, va piaaaaanoooo! - gridai. E un grosso insetto volante mi si infilò in gola. Tossii, ma ormai era passato all'esofago, ingoiato ancora vivo...Un po' come i pesci mangiano le mosche a fiume...
Nello stesso giorno, per scherzo, mi fu sostituito l'acqua della borraccia con acqua di fiume!
I Cansosei - invece - li masticherò e gusterò lentamente...slurp!

 
Alle 17 gennaio 2009 alle ore 17:36 , Blogger Mimmo Pelagalli ha detto...

New Post!

 

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page